"Grazie Alfa Romeo". Questo era il titolo di una pubblicità di una pagina intera, apparsa lunedì 7 aprile 1986 sul Corriere della Sera. Questo era il primo contatto che gli italiani, e non solo, ebbero con quella che doveva essere il nuovo cavallo di battaglia Alfa Romeo per l'America del nord. Su quella pagina, oltre ad una foto di dettaglio della scritta Milano posta sul bagagliaio delal vettura, i nomi di moltissimi "dealers", felici di poter ricevere finalmente un nuovo prodotto Alfa Romeo da proporre ai loro clienti. Questo a riprova del fatto che negli States c'è sempre stato un folto gruppo di appassionati ed estimatori, legati indelebilmente ad uno dei marchi più leggendari del panorama automobilistico mondiale. L'Alfa Romeo, che di li a poco sarebbe stata consegnata come un bel pacco regalo alla Fiat, aveva deciso di cercare di riconquistare una parte di affezionati clienti yankee, con la sua nuova berlina di punta: l'Alfa 75. Siccome era presente al momento su quel mercato con due soli modelli di nicchia, la Spider (nelle versioni Graduate, Spider Veloce e Quadrifoglio) e la gloriosa GTV6 2.5, decise di approntare una versione della sua nuova quattro porte sportiva sul corpo vettura della 6 cilindri, che rispondesse alle esigenze di mercato americane. Fu così che nacque la Milano. Già il nome serviva ad evocare i fasti di un tempo, come appare anche dal bellissimo prospetto delle Milano prima serie (quest'ultimo oltretutto stampato negli USA e non in Italia come accadeva per la precedenti brochures). La vettura venne proposta a metà 1986, inizialmente in tre versioni: - Milano Silver; - Milano Gold, - Milano Platinum. Per tutte, la motorizzazioni era la medesima: 6 cilindri a V, 2492 cc, 154 cv/DIN; le versioni differivano per l'equipaggiamento (vedi tabella). Le differenze sostanziali che le identificavano dai modelli europei erano costituite da: paraurti specifici ad alto assorbimento d'urto (poi adottate anche in Europa per le versioni Alfa 75 America e successive Q.V.), luci di ingombro laterali inserite nei paraurti, fari anteriori specifici e fanali posteriori dedicati solo per la versione Platinum, dispositivi di sicurezza a norme USA, catalizzatore a tre vie, scritte di identificazione posteriori, allestimento ed accessori particolari. Per andare incontro alle esigenze ed ai canoni di sicurezza attiva e passiva americani, le Milano venivano costruite su una catena di montaggio specifica. Le prestazioni erano decisamente all'altezza della tradizione sportiva Alfa Romeo: Gente Motori (no. 9 settembre 1986) registrò un tempo di accelerazione 0 -100 km/h pari a 8.6 secondi ed una velocità massima di 206,2 km/h ed elogiava la Milano sotto tutti i punti di vista, dalla meccanica al telaio, all'ergonomia e perfino per quanto riguardava le finiture. Nel 1987 arriva la quarta e più potente versione: la Milano Verde, equipaggiata con il tre litri di 2959 cc da 183 cv con iniezione L-Jetronic F1.. L'allestimento di serie comprendeva, tra l'altro, un interno con sedili Recaro elettrici e riscaldabili, doppi specchi retrovisori esterni elettrici e riscaldabili, ABS della seconda generazione, differenziale autobloccante, aria condizionata, servo sterzo, impianto stereo con 6 altoparlanti, minigonne e codolini laterali e altro ancora. Questa fu, purtroppo, l'ultima versione e terminò di essere esportata oltre oceano a fine 1989 (attenzione: solo gli ultimi esemplari di Milano Verde erano dotati della nuova calandra anteriore che, da ottobre 1988, rifiniva già tutti i modelli europei). un certo quantitativo di Milano, nella versione Oro, furono vendute nel 1987 in Europa e Giappone, anche per sondare il mercato e stabilire le reazioni del pubblico per quella che sarebbe stata la futura Alfa 75 3.0 V6 America.
La Milano, come tutte le 75, rimane sempre una vettura piacevolissima da guidare ed erede di una lunga tradizione. Purtroppo è stata, insieme ad SZ ed RZ, l'ultima vera ALfa Romeo, anch'essa esempio di quella che per noi alfisti è stata il più grande marchio nella storia automobilistica.
Silver:
- 2.5 litri V6, sedili in stoffa, cerchioni in acciaio 14'' con copricerchi;
Gold:
- Stessa motorizzazione come la Silver, fendinebbia, doppi specchi retrovisori entrambi elettrici, sedili elettrici in tessuto misto lana, cerchi in lega da 5,5 J 14'', impianot stere a 6 altoparlanti, aria condizionata;
Platinum:
- Stessa motorizzazione come la Silver e Gold, differenziale autobloccante al 25%, cerchi in lega 6J 15'', sedili in pelle scamosciata elettrici e riscaldabili, fendinebbia, doppi specchi retrovisori entrambi elettrici e riscaldabili in più altre lussuose finiture e aria condizionata, ABS della seconda generazione. Le Platinum versione '88 e '89 erano disponibili, di serie, unicamente con trasmissione automatica e sospensione autolivellante.
Verde:
- 3.0 litri V6, differenziale autobloccante al 25%, cerchi in lega 6J 15'', fendinebbia, doppi specchi retrovisori entrambi elettrici e riscaldabili, ABS della seconda generazione, aria condizionata, ammortizzatori e molle più rigidi, sedili Recaro elettrici e riscaldabili, codolini e minigonne laterali. Prestazioni: velocità massima oltre 220 km/h; 0 - 100 km/h in 7,5 secondi.
Optionals disponibili per le varie versioni:
- tetto apribile elettrico - borsa attrezzi in versione DeLuxe - kit pronto soccorso - cuffie per ascolto radio passeggeri posteriori.
Alfa Romeo - A proud past, an even brighter future (eh, magari!!)
_________________ Alfa Romeo: quando la tecnologia era arte
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