Più o meno eravamo a sei anni dalla morte di Gilles. Quella di mettere Jacques Villeneuve su una Alfa 33, in quel momento, era più un’operazione pubblicitaria che altro, in qualche modo subita dal figlio di Gilles: basti guardare il casco... Poi con il tempo, Jacques si è rivelato essere il fuoriclasse che abbiamo visto vincere dappertutto, dalla Formula Indy - 500 miglia compresa - alla Formula 1. Ha mancato, per un soffio, la 24 Ore di Le Mans. Ho avuto la fortuna di conoscere Gilles nel 1977, dal suo arrivo alla Ferrari. Ho assistito alla sua prima volta nell’abitacolo della T2. Ricordo le sue strane traiettorie, i suoi incredibili tempi record, la sua tuta arancione, logora e macchiata. Ricordo la sua disarmante cordialità, il suo essere sempre gentile e leale. Quella lealtà che non ha trovato in Didier Pironi, un compagno di squadra che credeva amico e che - di questo ne sono più che convinto - lo ha portato alla morte. Ricordo la stagione 1979, l’amicizia vera, fraterna, tra Gilles e Jody Scheckter. Un 1979 dove Gilles era superiore e più veloce del pilota sudafricano, ma tra i due c’era un accordo: “quest’anno il mondiale lo vinci tu, Jody; il prossimo toccherà a me”. Purtroppo nel 1980 la Ferrari sbaglio la macchina; poi lo sviluppo del turbo, che vide Gilles grande collaudatore, e finalmente il 1982 doveva essere il suo anno... Sappiamo com’è finita... Jacques l’ho perso di vista subito dopo, per ritrovarlo al suo debutto in formula 1. Non voleva parlare del papà... con me lo fece. Mi raccontò tante cose, lo definì benevolmente “un pazzo che amava la velocità, i motori e che andava sempre oltre il limite”. Concluse il ricordo con una frase scontata per un figlio, ma probabilmente mai così vera come in questo caso. Mi disse: “per me resterà sempre un eroe, il mio eroe”. Non tutti sanno che Jacques è un grande appassionato di musica. Ha inciso un CD “Private Paradise” e, con la sorella Melanie, ha composto un brano che tocca il cuore. Il titolo? Father. Jacques ha vinto molto, ma avrebbe potuto vincere molto di più se non avesse avuto un manager che lo ha mal consigliato da un certo punto in poi della sua carriera, coinvolgendolo in un progetto che aveva poche se non nulle possibilità di riuscita. Ovviamente questa è solo la mia opinione. Ripeto: il privilegio che ho avuto e di conoscere due grandi uomini, due immensi piloti: Gilles che, con il suo essere giusto e leale, mi è entrato nel cuore; Jacques, che ho lasciato bambino e che ho ritrovato pilota affermato e che mi ha ricordato in tante cose papà Gilles.
_________________ Alfa GT 3.2 V6 24V - 2005 Alfa 146 Ti - 1997 Alfa Spider 2.0 Ie "Duetto" - 1991 Alfasud Ti Quadrifoglio Verde - 1982
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