
Permettetemi un furto letterario:
"Della Giulia, nata in quelli che ormai paiono per molti versi i mitici Anni Sessanta, si può scrivere usando di volta in volta diverse chiavi di scrittura...e di lettura. Di queste quella che sembra meno usuale e più affascinante è quella paesaggistica. Difficile che anche il più incallito antialfista (pochi, ma ce ne sono) possa negare che la Giulia ha contribuito in maniera determinante a mutare il paesaggio attorno a noi, il paesaggio di quel tempo, con una presenza discreta e per ciò stesso elegante.
Basti, a provarlo, rivedere i films italiani, o ambientati in Italia, prodotti tra il 1963 e il 1975: storie di varia umanità che narrano di un'epoca che, stemperate le inevitabili asprezze nel miele del ricordo, si fa dire dolce. E di "quell'età dell'oro", la cui riscoperta si fa ogni giorno più puntuale ed attenta, la Giulia è stata una protagonista, anzi una dolce protagonista, specie se dal pubblico si passa nell'area del privato: si può aver ruggito con essa e con poche altre, difficile averlo fatto con molte altre.
Comunque un'auto che ha lasciato la propria immagine nella mente di tutti: se si dice Giulia è generalmente più facile pensare proprio alla vettura dell'Alfa che ad una conoscente, o a una zia; quante altre vetture possono altrettanto? "
Mi perdoni il buon Lucio Simonetta (dal libro: GIULIA, l'ha disegnata il vento)