Fiat: storia di un management orientato al fallimento

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ar75
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Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da ar75 »

Un interessante articolo "d'epoca" che "svela" dei retroscena alla crisi fiat di inizio millennio. Interessante la fotografia che fa del "modus operandi" della grande madre...

Buona lettura!

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Giuliasprintgta
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Giuliasprintgta »

Interessante, una lucida analisi dei disastri compiuti da Fiat.
Grazie Luigi.

Cito volentieri il seguente i passaggio, che ritengo uno tra i più significativi:
"Con l'uscita di Vittorio Ghidella, e in particolare con quel tipo di uscita violenta, senza l'onore delle armi, Fiat Auto ha perso una leadership insostituibile, non per qualità o doti sovrumane di Ghidella (rimasto non a caso «l'ingegnere» per antonomasia nel lessico dei quadri di Fiat Auto) ma per un raro mix di competenza sul prodotto, di passione, di determinazione, di carisma specifico per quella fase strategica di quella Fiat."

Eliminando una persona come Ghidella in favore dei cosiddetti "denominator manager", Fiat ha rinunciato ad investire nello sviluppo di prodotti competitivi.
È infatti grazie all'ing. Ghidella che nella seconda metà degli anni '80 il gruppo Fiat (al quale era stata annessa anche l'Alfa Romeo) era ancora capace di offrire prodotti validi e compatitivi (tanto epr faere un esempio a lui si deve la creazione dell'Alfa - Lancia Industriale ed al conseguente sviluppo di prodotti alto di gamma come Thema , 164 e, seppur di nicchia, ad un'auto di immagine come SZ).
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Carlo
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Carlo »

Giuliasprintgta ha scritto:Interessante, una lucida analisi dei disastri compiuti da Fiat.
Grazie Luigi.

Cito volentieri il seguente i passaggio, che ritengo uno tra i più significativi:
"Con l'uscita di Vittorio Ghidella, e in particolare con quel tipo di uscita violenta, senza l'onore delle armi, Fiat Auto ha perso una leadership insostituibile, non per qualità o doti sovrumane di Ghidella (rimasto non a caso «l'ingegnere» per antonomasia nel lessico dei quadri di Fiat Auto) ma per un raro mix di competenza sul prodotto, di passione, di determinazione, di carisma specifico per quella fase strategica di quella Fiat."

Eliminando una persona come Ghidella in favore dei cosiddetti "denominator manager", Fiat ha rinunciato ad investire nello sviluppo di prodotti competitivi.
È infatti grazie all'ing. Ghidella che nella seconda metà degli anni '80 il gruppo Fiat (al quale era stata annessa anche l'Alfa Romeo) era ancora capace di offrire prodotti validi e compatitivi (tanto epr faere un esempio a lui si deve la creazione dell'Alfa - Lancia Industriale ed al conseguente sviluppo di prodotti alto di gamma come Thema , 164 e, seppur di nicchia, ad un'auto di immagine come SZ).
Per quello che si sente non ci si poteva aspettare che un uscita violenta e senza l'onore delle armi.
Dopo l'uscita l'Ing e' venuto ad abitare mollllto vicino a noi luganesi.
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Batalf »

Carlo ha scritto: Dopo l'uscita l'Ing e' venuto ad abitare mollllto vicino a noi luganesi.
decisamente molto vicino :mrgreen:
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da sergio105 »

ar75 ha scritto:Un interessante articolo "d'epoca" che "svela" dei retroscena alla crisi fiat di inizio millennio. Interessante la fotografia che fa del "modus operandi" della grande madre...

Buona lettura!

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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Spiderfrek »

Da sottolineare il paragone di Seerg, la Lama castellana di Toledo magari...

Sull'articolo nulla da dire, mentre su Fiat, io non dico nulla, in quanto per me al di fuori dei marchi appartenenti al gruppo, oggi, non esiste assolutamente che il vuoto assoluto!

Ossia, se non dovessi possedere una Alfa, di certo potrebbe SOLO essere una Fiat o una Lancia e null'altro!
Non esistono auto prodotte da altri produttori nel mio libro!
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da nivola »

Segnalazione molto interessante. Manca il finale: resasisi conto dello sfascio, alla fine degli anni Novanta la proprietà decise di disfarsi in modo "morbido" del gruppo, vendendo a GM, lasciando nel frattempo perdere ogni strategia, investimento, ecc. per due/tre anni, portando così il gruppo sull'orlo del disastro. Solo l'arrivo di Marchionne ha provocato l'inversione della rotta.....
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da marco1.6 »

Spiderfrek ha scritto:Da sottolineare il paragone di Seerg, la Lama castellana di Toledo magari...

Sull'articolo nulla da dire, mentre su Fiat, io non dico nulla, in quanto per me al di fuori dei marchi appartenenti al gruppo, oggi, non esiste assolutamente che il vuoto assoluto!

Ossia, se non dovessi possedere una Alfa, di certo potrebbe SOLO essere una Fiat o una Lancia e null'altro!
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Yoda »

Giusta osservazione Nivola, però è un risanamento fatto soprattutto di bilanci e politiche industriali, meno di prodotto. Marchionne è un grande stratega dell'industria automobilistica mondiale, ma dovrebbe essere affiancato da un manager che abbia più passione per il mondo dell'auto. Ad esempio Montezemolo nella sua carriera è riuscito ad abbinare queste due qualità.

Per il resto non comprendo il solito astio nei confronti di Fiat, quando il primo responsabile del fallimento dell'Alfa è l'Alfa/Iri.
A Fiat bisogna criticare l'attuale gestione del marchio, l'assenza di una gamma completa, l'assenza di una politica immagine adeguata agli obiettivi di Alfa Romeo. Tutto il resto è "storia" anche perché siamo nel 2010 e il management attuale, per fortuna, non è più quello di una volta.
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da nivola »

Yoda ha scritto:Giusta osservazione Nivola, però è un risanamento fatto soprattutto di bilanci e politiche industriali, meno di prodotto. Marchionne è un grande stratega dell'industria automobilistica mondiale, ma dovrebbe essere affiancato da un manager che abbia più passione per il mondo dell'auto. Ad esempio Montezemolo nella sua carriera è riuscito ad abbinare queste due qualità.

Per il resto non comprendo il solito astio nei confronti di Fiat, quando il primo responsabile del fallimento dell'Alfa è l'Alfa/Iri.
A Fiat bisogna criticare l'attuale gestione del marchio, l'assenza di una gamma completa, l'assenza di una politica immagine adeguata agli obiettivi di Alfa Romeo. Tutto il resto è "storia" anche perché siamo nel 2010 e il management attuale, per fortuna, non è più quello di una volta.
Essendomi trovato a dover risanare un'azienda, purtoppo devo dire che si è costretti a tagliare ed a prender strade extra-passione... Quando stai per affogare devi solo prender aria, senza tanti sofismi....
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Spiderfrek »

Scusate, Amici, ma non so se ci convenga addentrarci nel solito campo pieno di mine "SIPE" che di fatto è l'annosa discussione alfa fiat e alfa iri.

Io la vedo assai diversamente, da alfista quale sono, io sono un ALFA INNAMORATO, il mio è proprio amore, come quello per una bella donna...per ciò a me di iri, fiat e altro non interessa fondamentalmente!

Ovviamente rispetto poi le posizioni di tutti...tranne che dei filo tedeschi, quelli mi spiace ma proprio non riesco!

:roll: :D :lol:
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da qverde »

Una lucida e più che condivisibile analisi del "passato". Fortunatamente l'ultima gestione è migliorata (peggiorare era oggettivamente difficile...), a livello generale.
Condivido anche quanto dice Fabio:
Yoda ha scritto:Giusta osservazione Nivola, però è un risanamento fatto soprattutto di bilanci e politiche industriali, meno di prodotto. Marchionne è un grande stratega dell'industria automobilistica mondiale, ma dovrebbe essere affiancato da un manager che abbia più passione per il mondo dell'auto. Ad esempio Montezemolo nella sua carriera è riuscito ad abbinare queste due qualità.

Per il resto non comprendo il solito astio nei confronti di Fiat, quando il primo responsabile del fallimento dell'Alfa è l'Alfa/Iri.
A Fiat bisogna criticare l'attuale gestione del marchio, l'assenza di una gamma completa, l'assenza di una politica immagine adeguata agli obiettivi di Alfa Romeo.
A riguardo dell'Alfa non dimentichiamoci che nell'86 era in condizioni pietose, e con Fiat aveva a quel tempo ben poco da spartire. I problemi dell'Alfa sono nati da gestioni troppo legate alla politica clientelare (Alfasud docet...), poca lungimiranza (vedi Alfa 6, uscita già "vecchia" nel '79, dopo anni di rinvii e incertezze) ed anche a scelte di prodotto piuttosto discutibili (vedi Arna). Il management della "vera" Alfa Romeo aveva le sue colpe, se l'azienda è arrivata al punto di dover essere ceduta.
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da giomartello »

Mi concedo un piccolo OT, che non è poi così OT.
Prendendo spunto da Sergio Qverde, che ha menzionato la 6, osservandola mi sono chiesto se, se l'Alfa non fosse stata statale, sarebbe stata prodotta.
Mi spiego: adotta delle soluzioni tecniche tanto raffinate, quanto evidentemente costose; una casa automobilistica attenta al bilancio avrebbe prodotto un'auto tanto costosa dal punto di vista tecnologico e della ricerca?
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da 2000spiderveloce79 »

Giuliasprintgta ha scritto:Cito volentieri il seguente i passaggio, che ritengo uno tra i più significativi:
"...per un raro mix di competenza sul prodotto, di passione, di determinazione, di carisma specifico per quella fase strategica di quella Fiat."

Eliminando una persona come Ghidella in favore dei cosiddetti "denominator manager", Fiat ha rinunciato ad investire nello sviluppo di prodotti competitivi.
Su questo sono molto d'accordo. La competenza, la passione, la determinazione, il carisma sono indispensabili per il capitano di un'azienda che voglia avere successo. Una volta tornati a galla (se mai succederà), la determinazione e il carisma di Marchionne, che però difetta sia di competenza specifica che di passione specifica, non basteranno più e speriamo che il timone possa prenderlo qualcuno che abbia almeno in traccia queste due caratteristiche...
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da 2000spiderveloce79 »

giomartello ha scritto:Mi concedo un piccolo OT, che non è poi così OT.
Prendendo spunto da Sergio Qverde, che ha menzionato la 6, osservandola mi sono chiesto se, se l'Alfa non fosse stata statale, sarebbe stata prodotta.
Mi spiego: adotta delle soluzioni tecniche tanto raffinate, quanto evidentemente costose; una casa automobilistica attenta al bilancio avrebbe prodotto un'auto tanto costosa dal punto di vista tecnologico e della ricerca?
Provo a risponderti... al tempo, forse sì, se non ci fosse stata altra via per ottenere le stesse prestazioni spendendo meno...
E', ancora oggi, una questione difficile: se ti rivolgi ad un pubblico per cui è importante un certo livello di prestazione, non importa se le raggiungi con un De Dion o con un Multilink o con l'ESP, importa che tu le raggiunga, al minor costo... nel ventaglio delle soluzioni meccanico-economiche possibili, che il gruppo di tecnici può sfornare in quantità, sta a chi gestisce la baracca decidere: se chi gestisce la baracca (o chi ne fa le veci, se chi gestisce la baracca è indegno) conosce bene il prodotto, il suo grado di passione/amore per l'automobile deciderà tra quella che garantisce le migliori prestazioni assolute, o quella che, pur avendo prestazioni comunque buone, garantisce il risparmio assoluto...
Esistono però anche alcune alternative che viziano il risultato finale:
A) Chi gestisce la baracca non conosce il prodotto o proviene da altri settori - allora sceglierà sempre il risparmio assoluto
B) Chi sforna il ventaglio delle soluzioni tecniche è indegno del titolo che porta - allora non sarà mai in grado di sfornarti soluzioni tecniche con un buon grado di razionalità, tali da renderle competitive anche se sofisticate
C) Chi gestisce la baracca è non solo un profondo conoscitore del prodotto, ma ha anche manie di perfezionismo - allora sceglierà sempre le soluzioni più arzigogolate anche se non fanno guadagnare prestazioni, e l'azienda fallirà miseramente.
D) Chi gestisce la baracca è un politico senza tracce di etica - allora si limiterà a rovinare l'azienda con valanghe di scelte impopolari, dettate dal clientelismo e dall'utile personale
E) Chi gestisce la baracca si illude di conoscere il prodotto - allora imporrà le proprie scelte tecniche sbagliate, senza ascoltare chi effettivamente conosce il prodotto...
Ultima modifica di 2000spiderveloce79 il 15 set 2010 12:01, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da nivola »

giomartello ha scritto:Mi concedo un piccolo OT, che non è poi così OT.
Prendendo spunto da Sergio Qverde, che ha menzionato la 6, osservandola mi sono chiesto se, se l'Alfa non fosse stata statale, sarebbe stata prodotta.
Mi spiego: adotta delle soluzioni tecniche tanto raffinate, quanto evidentemente costose; una casa automobilistica attenta al bilancio avrebbe prodotto un'auto tanto costosa dal punto di vista tecnologico e della ricerca?
chi mai avrebbe montato le valvole raffreddate al sodio se avesse dovuto prestare attenzione al Conto Economico ???
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da rastarob »

Sono del parere che il fallimento di fiat e di alfa romeo siano 2 cose distinte.
L'Alfa Romeo deve la sua sfortuna alla gestione IRI e la sua finta svendita (un regalo) a fiat chiaramente ha solo peggiorato le cose.
è stata regalata a Fiat in un periodo in cui il cambio di gestione della fiat stessa (Romiti) ha portato a far prevalere la parte finanziaria di fiat che quella automobilistica.
In pratica a Romiti delle automobili non gliene fregava un bel nulla!
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da JacoQV »

dovrebbero semplicemente smettere di vivere sulle spalle del governo italiano, quindi di tutti noi, con le loro politiche di ricatto sociale, di accaparramento di fondi ue e statali, costruendo fabbriche al sud e quindi "ciucciando" dal fondo per lo sviluppo del mezzogiorno e chiudendole dopo dieci anni e lasciando a casa migliaia di poveri cristi con famiglie, vendendo (o svendendo) impianti produttivi di costruzione recente ed ottimamente avviati (arese) e avviando politiche quantomeno discutibili di acquisto di cadaveri (chrysler-jeep) con debiti e costi sociali elevatissimi che ricadranno poi ovviamente sul bilancio dell'intera azienda la quale per ripianare tali perdite è costretta a chiudere altri stabilimenti e quindi a pesare socialmente sullo stato... di nuovo.

è una visione un po' rossa della situazione, potrete essere d'accordo o meno - ovviamente - ma su una cosa non ci piove, per quanto l'imprenditore sia scusabile - mai? sempre? - e per quanti motivi possa addurre per farsi scusare, in definitiva, i costi delle sua manovre ricadono sempre sulla parte più molla del sistema, ovvero il governo, che usa i nostri soldi, per pagare le manovre di chi, i soldi delle sue tasse, non li versa nel paese che gli da lavoro, ma in svizzera!
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da ar75 »

nivola ha scritto:Solo l'arrivo di Marchionne ha provocato l'inversione della rotta.....
Ancooooora co sto Marchionne :?: :!: :idea:
Ma la volete capire una volta per tutte che non è stasto lui a provocare l'inversione di rotta ..poteva esserci anche Giandomenico Fracchia tanto in FIAT l'imbroglio l'avevano gia fatto .......altro che Marchionne :roll: :roll:
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Re: Fiat: storia di un management orientato al fallimento

Messaggio da Yoda »

JacoQV
Non dimentichiamoci che in Serbia negli stabilimenti Fiat producono più auto, con una qualità migliore, e con meno assenteismo degli operai, rispetto a tutti gli stabilimenti Fiat italiani.
Quando Marchionne dice: o vi date una "smossa" o qui si chiude, ha solo ragione.
Il Mondo corre e non sta di certo ad aspettare l'Italia, che è un peso piuma ;)


Giomartello
Secondo me sì. Ossia se guardiamo quanto spende BMW in ricerca e soluzioni tecniche avanzate (basta vedere i suoi propulsori) c'è sicuramente un ritorno economico, quindi un'Alfa privata con un management azzeccato avrebbe investito nella tecnologia quanto la gestione IRI. Oltretutto sotto la gestione Luraghi, Alfa era in attivo pur realizzando vetture "particolari".
Il fatto è che i tempi non sono più quelli di una volta e oggi la tecnologia ha fatto passi avanti enormi. Ad esempio lo schema Transaxle ai tempi di Alfetta non solo era una soluzione tecnicamente raffinata, ma era anche necessaria, cioè volendo migliorare la disposizione dei pesi (mantenendo il motore davanti in posizione longitudinale) non potevi fare in altro modo. Oggi invece, con questi propulsori così incassati nell'abitacolo che ormai possono definirsi "anteriori/centrali", con tutti i nuovi materiali aultraleggeri come alluminio, magnesio, leghe d'acciaio (a costi inferiori rispetto una volta), puoi giocare e fare quello che vuoi con una ripartizione dei pesi pressoché perfetta tale da rendere lo schema Transaxle superato. Prova ne è che la Maserati Granturismo automatica con cambio in blocco col motore all'anteriore ha una ripartizione dei pesi migliore della Cambiocorsa che invece è Transaxle.
Ma allora perché si fanno ancora auto Transaxle? Per una semplice questione di immagine!
Che è poi quella che manca all'Alfa attuale ;)
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