Quando visitari Arese nel 2005, qualcosa c'era ancora. Il reparto esperienze, qualche muletto parcheggiato di fuori, il centro stile e FPT, oltre a qualche sparuta macchina parcheggiata qua e là.
La maggior parte dei capannoni era vuoto, con ai muri i segni dei poster (uno c'era ancora: una 164) formato gigante, il resto era polvere, e desolazione.
Mentre mi aggiravo per questi capannoni mi immaginavo gli operai alle catene di montaggio, i motori bialbero e V6 venire messi a punto prima di essere montati sulle vetture, le battute, in un meridionale milanesizzato magari, fra il rumore degli impianti; mi immaginavo le operaie mentre preparavano gli interni di una Alfa 6, piuttosto che di una 164...
Poi ci spostammo al Direzionale, il bell'edificio in vetro a forma di nave, oramai completamente vuoto, lì mi immaginavo i dirigenti, in giacca e cravatta, magari davanti alla macchinetta del caffè, a parlare di mercati, di motori, dell' Inter e del Milan.. gente che ha costruito l'Alfa Romeo, come Busso, come Satta Puliga, mi immaginavo le riunioni per dare vita a questo piuttosto che a quel modello...
La scultura creata dagli operai con i paraurti, il simbolo della Casa dietro, erbacce e calcinacci ovunque... i vetri rotti, i tubi arrugginiti, l'asfalto della pista di prova dove girò la prima Alfetta, il capannone di produzione dei motori V6, i parcheggi all'aperto e i silos una volta pieni di auto e di operai che andavano avanti e indietro per caricarle sulle bisarche per la consegna alle concessionarie...
Fantasmi, frutto solo della mente (malata?) di un Alfista...
Sarò un romantico, sarò uno sciocco... ma la fabbrica sembrava piangere, con un sommesso lamento malinconico, per quello che era, e che ora non è più, né mai sarà.
2000spiderveloce79 ha scritto:
sergio105 ha scritto:
Che fascino i capannoni fatiscenti....

E' vero, hanno un fascino tutto particolare... l'archeologia industriale è una delle cose che mi attirano in una maniera quasi indescrivibile: è quasi come se pure nel degrado più assoluto, la forza di quei luoghi fosse ancora tale da scatenare un putiferio di ricordi, di storie...
Di carattere tendo ad affezionarmi alle cose che ho, e a tenerle da conto il più possibile: mio padre però mi dice che, ogni tanto, è giusto cambiare, perchè è inutile accanirsi per mantenere cose che non possono più funzionare, e forse ha proprio ragione...
Luca, Sergio:
http://www.st-al.com/places.html