Mohammed Alì
Inviato: 17 gen 2012 10:08
tanti auguri ad un grande, ricordo con piacere le levatacce per seguire i match
Mohammed Alì, 70 anni presi a pugni
Cassius Marcellus Clay nacque a Louisville, il 17 gennaio del 1942. Autoproclamatosi "il più grande" quando era in attività, è un intramontabile mito del XX secolo, icona dello sport e della lotta per i diritti civili.
Alì contro Frazier, suo acerrimo rivale
NEW YORK - Ha la potenza imbattibile dell'amore della gente, più di quanta ne avesse ai tempi in cui si era autoproclamato “il più Grande”. Cassius Marcellus Clay, questo il suo nome prima della conversione all'Islam, martedì compie 70 anni: ha combattuto da pugile e condotto battaglie da uomo. Ha attraversato i decenni, ma la sua luce non ha mai smesso di brillare nel firmamento della storia dello sport. Non a caso è proprio lui l’atleta del secolo, titolo assegnatogli all'inizio del 2001.
QUANDO ERAVAMO RE. All'apice della carriera è stato l'uomo più famoso del pianeta, capace di oscurare i Beatles, capi di Stato, leader religiosi, divi e personalità che quando lo incontravano per prima cosa gli chiedevano l'autografo. Campione del mondo dei pesi massimi, ma ancora di più simbolo della lotta all'apartheid, dell'uguaglianza dei diritti, del riscatto sociale e dell'orgoglio dei neri d'America, amico di Martin Luther King e Malcolm X, e di coloro, bianchi compresi, che manifestavano contro la guerra in Vietnam. E poi candidato al premio Nobel per la Pace, vincitore dell'Oscar per il miglior documentario con “Quando eravamo re”, ed icona della pop art nel secolo scorso, quando lo immortalò Andy Warhol, ed in quello in corso, grazie a Shepard Fairey.
L’AVVERSARIO PIU’ INSIDIOSO. Uomo capace di gettare la sua medaglia olimpica nel fiume quando, tornato a casa da Roma, gli impedirono di entrare in un bar perché di colore. Ma anche ecumenico ultimo tedoforo nell'edizione del centenario dei Giochi, ad Atlanta nel 1996. Accese il fuoco che un tempo (e in parte ancora oggi) fermava le guerre e quel suo muoversi incerto commosse il mondo. Alì combatte ancora, contro il male che lo affligge, quel morbo di Parkinson rivelatosi l'avversario più insidioso.
Mohammed Alì, 70 anni presi a pugni
Cassius Marcellus Clay nacque a Louisville, il 17 gennaio del 1942. Autoproclamatosi "il più grande" quando era in attività, è un intramontabile mito del XX secolo, icona dello sport e della lotta per i diritti civili.
Alì contro Frazier, suo acerrimo rivale
NEW YORK - Ha la potenza imbattibile dell'amore della gente, più di quanta ne avesse ai tempi in cui si era autoproclamato “il più Grande”. Cassius Marcellus Clay, questo il suo nome prima della conversione all'Islam, martedì compie 70 anni: ha combattuto da pugile e condotto battaglie da uomo. Ha attraversato i decenni, ma la sua luce non ha mai smesso di brillare nel firmamento della storia dello sport. Non a caso è proprio lui l’atleta del secolo, titolo assegnatogli all'inizio del 2001.
QUANDO ERAVAMO RE. All'apice della carriera è stato l'uomo più famoso del pianeta, capace di oscurare i Beatles, capi di Stato, leader religiosi, divi e personalità che quando lo incontravano per prima cosa gli chiedevano l'autografo. Campione del mondo dei pesi massimi, ma ancora di più simbolo della lotta all'apartheid, dell'uguaglianza dei diritti, del riscatto sociale e dell'orgoglio dei neri d'America, amico di Martin Luther King e Malcolm X, e di coloro, bianchi compresi, che manifestavano contro la guerra in Vietnam. E poi candidato al premio Nobel per la Pace, vincitore dell'Oscar per il miglior documentario con “Quando eravamo re”, ed icona della pop art nel secolo scorso, quando lo immortalò Andy Warhol, ed in quello in corso, grazie a Shepard Fairey.
L’AVVERSARIO PIU’ INSIDIOSO. Uomo capace di gettare la sua medaglia olimpica nel fiume quando, tornato a casa da Roma, gli impedirono di entrare in un bar perché di colore. Ma anche ecumenico ultimo tedoforo nell'edizione del centenario dei Giochi, ad Atlanta nel 1996. Accese il fuoco che un tempo (e in parte ancora oggi) fermava le guerre e quel suo muoversi incerto commosse il mondo. Alì combatte ancora, contro il male che lo affligge, quel morbo di Parkinson rivelatosi l'avversario più insidioso.