Il "Miglio Verde" di una SZ
Inviato: 08 feb 2014 09:33
Nel 1992 e precisamente la domenica in cui fu presentata nelle concessionarie italiane l' Alfa 155 uscii per un collaudo di una Sz Zagato che il lunedì seguente doveva essere consegnata al cliente che l'aveva appena acquistata.
Lavoravo nell'officina della più famosa concessionaria Alfa Romeo di Verona. La Sz presentava un fastidioso scricchiolio ad una o entrambe le sospensioni posteriori cosicchè un mio collega si mise alla guida ed io dal lato passeggero col compito di ascoltare da dove provenisse il rumore.
Imboccata una via della zai, complice l'assenza di attività lavorativa e strade quindi sgombre, il collega tirò a fondo la seconda ed innestò la terza con l'intenzione di dare gas.
All'improvviso ad un incrocio sbucò da sinistra una figura chiara.
La mia mente ebbe appena il tempo di realizzare che si trattava di un' Alfa 75 che attraversava in senso longitudinale lo stesso incrocio alla stessa velocità nostra e senza aver neppure lontanamente immaginato che vi fosse uno stop.
Ebbi anche il tempo di stringere con tutte le forze la maniglia sulla portiera di destra e con l'altra mano la maniglia presente sul lato sinistro della seduta del sedile passeggero sotto la gamba sinistra.
La 75 ci colpì in piena ruota anteriore sinistra con una violenza inaudita ma senza arrestare la corsa della SZ che deviò a destra salendo sul marciapiede e colpendo di lato il muro di cinta che delimitava il lato destrto della strada.
Venti metri dopo sullo stesso marciapiede vi era un palo dell'illuminazione che vidi arrivare sul muso dell'auto ed entrare nello stesso trovando sulla sua strada il vigoroso V6 che spinse dentro l'abitacolo fino a far esplodere il cruscotto.
Quando tutto finì vi fu un istante di assoluto silenzio, rotto solo dall'infrangersi a terra della luminaria del lampione che per il colpo era volata ad una quarantina di metri.
Mi girai per vedere come stava il collega e per spronarlo ad uscire.
La macchina fumava dal motore ed il lato destro dell'auto era appoggiato al muro.
Anche la portiera di sinistra non si apriva a causa del colpo subìto.
Eravamo in trappola.
Ci sganciammo le cinture che entrambi avevamo indossato (l'auto non aveva airbag) e provammo a vedere se si potevano abbassare i vetri.
Ma il volante con il blocchetto accensione ed il cambioluci giacevano a terra fra le gambe del guidatore.
Nel frattempo persone giunte dal vicino bar ci urlavano di uscire e tiravano la portiera ma senza esito.
Il mio collega tentò con due pugni di rompere il vetro laterale con l'unico risultato di fratturarsi tutte e quattro le dita della mano.
Mentre la paura iniziava a vincere sulla lucidità riuscimmo a calci ad aprire di qualche centimentro lo sportello, a le persone all'esterno fecero il resto.
Quel giorno le cinture di sicurezza, la struttura racing del bolide e due maniglie sapientemente disposte segnarono il mio destino e quello del mio collega salvandoci la vita ma creando anche un'improvvisa svolta nella stessa.
Le cinture di sicurezza avevano rotto sei costole al mio collega e lo scontro aveva procurato lesioni cervicali che guarirono in molti mesi.
Per me lo stiramento di entrambi i tendini delle braccia a causa dello schok da impatto nel momento in cui ero aggrappato con tutte le forze e la mia carriera da portiere in una famosa squadra di calcio veronese improvvisamente interrotta.
Molto peggio andò ad una ragazza purtroppo a bordo dell'auto che ci investì.
Entrambe le Alfa furono demolite.
La SZ fu acquistata da un carrozziere milanese allo scopo di recuperarne i ricambi salvatisi dallo scontro.
Possiedo le foto di entrambe le auto distrutte, ma non so se mi è permesso pubblicarle e se sia il caso.
FRA:
Lavoravo nell'officina della più famosa concessionaria Alfa Romeo di Verona. La Sz presentava un fastidioso scricchiolio ad una o entrambe le sospensioni posteriori cosicchè un mio collega si mise alla guida ed io dal lato passeggero col compito di ascoltare da dove provenisse il rumore.
Imboccata una via della zai, complice l'assenza di attività lavorativa e strade quindi sgombre, il collega tirò a fondo la seconda ed innestò la terza con l'intenzione di dare gas.
All'improvviso ad un incrocio sbucò da sinistra una figura chiara.
La mia mente ebbe appena il tempo di realizzare che si trattava di un' Alfa 75 che attraversava in senso longitudinale lo stesso incrocio alla stessa velocità nostra e senza aver neppure lontanamente immaginato che vi fosse uno stop.
Ebbi anche il tempo di stringere con tutte le forze la maniglia sulla portiera di destra e con l'altra mano la maniglia presente sul lato sinistro della seduta del sedile passeggero sotto la gamba sinistra.
La 75 ci colpì in piena ruota anteriore sinistra con una violenza inaudita ma senza arrestare la corsa della SZ che deviò a destra salendo sul marciapiede e colpendo di lato il muro di cinta che delimitava il lato destrto della strada.
Venti metri dopo sullo stesso marciapiede vi era un palo dell'illuminazione che vidi arrivare sul muso dell'auto ed entrare nello stesso trovando sulla sua strada il vigoroso V6 che spinse dentro l'abitacolo fino a far esplodere il cruscotto.
Quando tutto finì vi fu un istante di assoluto silenzio, rotto solo dall'infrangersi a terra della luminaria del lampione che per il colpo era volata ad una quarantina di metri.
Mi girai per vedere come stava il collega e per spronarlo ad uscire.
La macchina fumava dal motore ed il lato destro dell'auto era appoggiato al muro.
Anche la portiera di sinistra non si apriva a causa del colpo subìto.
Eravamo in trappola.
Ci sganciammo le cinture che entrambi avevamo indossato (l'auto non aveva airbag) e provammo a vedere se si potevano abbassare i vetri.
Ma il volante con il blocchetto accensione ed il cambioluci giacevano a terra fra le gambe del guidatore.
Nel frattempo persone giunte dal vicino bar ci urlavano di uscire e tiravano la portiera ma senza esito.
Il mio collega tentò con due pugni di rompere il vetro laterale con l'unico risultato di fratturarsi tutte e quattro le dita della mano.
Mentre la paura iniziava a vincere sulla lucidità riuscimmo a calci ad aprire di qualche centimentro lo sportello, a le persone all'esterno fecero il resto.
Quel giorno le cinture di sicurezza, la struttura racing del bolide e due maniglie sapientemente disposte segnarono il mio destino e quello del mio collega salvandoci la vita ma creando anche un'improvvisa svolta nella stessa.
Le cinture di sicurezza avevano rotto sei costole al mio collega e lo scontro aveva procurato lesioni cervicali che guarirono in molti mesi.
Per me lo stiramento di entrambi i tendini delle braccia a causa dello schok da impatto nel momento in cui ero aggrappato con tutte le forze e la mia carriera da portiere in una famosa squadra di calcio veronese improvvisamente interrotta.
Molto peggio andò ad una ragazza purtroppo a bordo dell'auto che ci investì.
Entrambe le Alfa furono demolite.
La SZ fu acquistata da un carrozziere milanese allo scopo di recuperarne i ricambi salvatisi dallo scontro.
Possiedo le foto di entrambe le auto distrutte, ma non so se mi è permesso pubblicarle e se sia il caso.
FRA: