L'auto è sempre più un bene esclusivamente di consumo ? Confermato !
Chissà quanti di questi concessionari sono (erano) AR ....
Nel corso del 2012 i concessionari che hanno chiuso i battenti sono stati il 7% del totale e sono invece il 41,7% le ragioni sociali perse dal 2002 (quando erano 3.450) ai primi mesi del 2013 (ridotte a 2.011). La fotografia di sintesi che emerge dai dati diffusi oggi a Milano da Quintegia, in occasione della conferenza di presentazione dell'11esima edizione dell'Automotive Dealer Day (in programma dal 14 al 16 maggio a VeronaFiere), è impietosa.
E si completa con le cifre riguardanti la flessione prevista del numero dei punti vendita (nel 2017 il calo arriverà al 71 per cento, scendendo a 4.300 contro i 6.130 del 2002) e della decrescita delle vendite medie per mandato (anch'essi in caduta libera, dai 4.33° di 10 anni fa agli attuali 3.300), che ha visto negli ultimi cinque anni ogni dealer registrare un crollo delle consegne del 40 per cento, passando da 1.050 a 630 vetture.
Dati che rappresentano un'ulteriore conferma dello stato di difficoltà che vive il mondo delle quattro ruote ma che non scoraggiano l'ottimismo degli addetti ai lavori. E in particolare del Presidente di Quintegia (nonché docente di Strategie d'Impresa all'Università Ca' Foscari di Venezia), Leonardo Buzzavo, che allontana il pensiero di un imminente "de profundis" del settore. I problemi, ovviamente, non mancano, a cominciare dall'eccessiva concentrazione sulle vendite delle auto nuove e di conseguenza da una pressione sui margini sempre più elevata.
Buzzavo mette non caso a nudo i limiti del mercato automotive evitando la facile scusante di mercato maturo e parando invece di "strategie mature che contribuiscono a polarizzare un mercato che invece è cambiato". E molto. Dove devono intervenire quindi i dealer, da dove devono ripartire i circa 1.640 imprenditori che stanno dietro alle ragioni sociali che popolano oggi questo mondo, per creare i presupposti di una (difficile, al momento) inversione di tendenza?
La ricetta confezionata dal Presidente di Quintegia è la seguente: "innovare, ri-bilanciare la composizione del fatturato e sperimentare nuovi formati di relazione con la clientela, a cominciare da Internet. Serve un upgrade e un refresh forte, serve presidiare meglio e di più il canale online. Il multimarca è una strada, i dati dicono che questo segmento è in continua crescita sia fra i dealer generalisti che fra gli specialisti e cavalcare questo approccio può ridurre i margini di rischio".
La realtà, intanto, dice che la domanda di auto nuove è anch'essa in forte regressione – del 39 per cento dal 2004 al 2012, con un picco negativo del 47 per cento per gli acquisti dei privati – e che il nuovo rappresenta la principale voce di entrata per i dealer, con un'incidenza sui profitti pari al 56 per cento. Il business generato da usato (11 per cento) e post vendita (33 per cento) per i concessionari italiani, oltretutto, è poca cosa al cospetto di quanto avviene in Germania, dove le consegne di vetture nuove pesano solo per il 26 per cento e i servizi post vendita coprono per contro una fetta del 66 per cento.
L'Italia, questo l'assunto, veste la maglia nera nella classifica del fatturato generato da assistenza e ricambistica – la media profitto dei principali Paesi europei è nell'ordine del 60 per cento – e sviluppa un giro d'affari percentualmente tre volte inferiore a quello di Stati Uniti e Regno Unito.
Pensare, alla luce dei dati di cui sopra, che l'utilizzo dei canali di marketing, promozione e vendita in formato digitale possano cambiare repentinamente la situazione è quasi utopia. Perché parliamo di un settore oggi fossilizzato sulla forte dipendenza dal nuovo e caratterizzato dall'anomalia, ormai non più sostenibile, di sconti medi concessi al cliente sempre più corposi, che i concessionari riescono a sopportare coprendo i costi fissi con le sole componenti di margine variabili e da campagne extra legate a forti incentivi sui prodotti per operatori e consumatori. Come cambiare allora il sistema automotive italiano? E quanti dealer riusciranno a garantirsi una corretta remunerazione, al momento affidata solo ai bonus quali quantitativi, in una fase di forte contrazione dei volumi?
L'imput lanciato da Buzzavo, almeno sulla carta, è quanto mai chiaro: "attivare un processo di cambiamento e di innovazione nel segno delle tecnologie digitali. L'automotive necessita di una contaminazione con altri settori, abbandonando logiche rimaste uniche ed esclusive per anni. Il concessionario, in termini strutturali, è praticamente lo stesso di 30 anni fa e invece deve diventare una sorta di smartphone, evolvendo continuamente ed installando tutte le app necessarie per fare da interprete a valore di un mercato radicalmente trasformatosi".
Auto & concessionari
- Batalf
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- sergio105
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Re: Auto & concessionari
E' la solita solfa e differenza di mentalità.
Nel boom economico era "facile" vendere auto quando, oltretutto, non avevi in casa la concorrenza straniera.
Poi quando c'è stato da metterci le capacità imprenditoriali le case italiane (la casa...) hanno regredito (non avendo capacità si può solo regredire), mentre le straniere, con ordine e pulizia, continuano a sfornare modelli nuovi in 40 allestimenti per modello! E che nessuno venga a coglionarmi con "si ma anche loro sentono la crisi!" perchè potrei rispondere in malomodo.
Il grande Marchionne vuole fare mercato con 2 modelli nel listino Alfa oltretutto presenti già da un pò.
Quando c'è da mettere cuore e capacità tecniche gli italiani hanno sempre da insegnare, ma quando si tratta di decidere è meglio rivolgersi a qualche capoccia straniera.
Nel boom economico era "facile" vendere auto quando, oltretutto, non avevi in casa la concorrenza straniera.
Poi quando c'è stato da metterci le capacità imprenditoriali le case italiane (la casa...) hanno regredito (non avendo capacità si può solo regredire), mentre le straniere, con ordine e pulizia, continuano a sfornare modelli nuovi in 40 allestimenti per modello! E che nessuno venga a coglionarmi con "si ma anche loro sentono la crisi!" perchè potrei rispondere in malomodo.
Il grande Marchionne vuole fare mercato con 2 modelli nel listino Alfa oltretutto presenti già da un pò.
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(Oo=v=oO)
- Giulia e Sergio Giuliano....un nome, un destino ;+)
- L'auto è un piacere! Se non è Alfa Romeo Milano che piacere è?
- "C'era una volta, in un'area appena fuori Milano, una fabbrica che costruiva le più belle automobili del mondo...."
- Tessera socio C.A.M. n°7
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Re: Auto & concessionari
non posso che quotarti Sergio 

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Re: Auto & concessionari
Se l'auto è in crisi, mi pare che sia la logica conseguenza il fatto che chiudano anche i concessionari.
Il vero problema è che c'è altra gente che si trovarà a spasso. Delle case automobilistiche in sè a me non me ne può fregar di meno: ci hanno ladrato con prodotti inutili, costosissimi, ricaricandoci a più non posso quindi è giusto che soffrano. Quando dovevi chiedere una riparazione in garanzia dovevi fare la lettera a 4ruote e mandare la lettera dell'avvocato solo per farti ascoltare, e cmq la manodopera ce la rimettevi quasi sempre (e non sto parlando di Fiat, ma di tutti). Per non parlare dei modelli seminuovi che improvvisamente diventavano obsoleti (secondo loro) grazie al restyling di un paio di particolari dopo poco che avevi preso il top di gamma... E poi l'europa, con i vincoli assurdi eurox ha ammazzato il mercato dell'usato (ma le nostre auto al di là del canale di Sicilia o del Mediterraneo continuano a circolare e ad inquinare) e noi cozxxioni ad andarci dietro. Ma ci sarebbe tanto altro da dire...
Il vecchio adagio dice "chi è causa del suo mal non pianga se stesso". E invece mi pare che qui proprio i colpevoli stanno accusando la gente che non compra nuove auto, di creare lo stallo del settore... ma non è che forse la gente non ha più soldi, e che forse in passato è stata costretta a spenderne troppi?
Il vero problema è che c'è altra gente che si trovarà a spasso. Delle case automobilistiche in sè a me non me ne può fregar di meno: ci hanno ladrato con prodotti inutili, costosissimi, ricaricandoci a più non posso quindi è giusto che soffrano. Quando dovevi chiedere una riparazione in garanzia dovevi fare la lettera a 4ruote e mandare la lettera dell'avvocato solo per farti ascoltare, e cmq la manodopera ce la rimettevi quasi sempre (e non sto parlando di Fiat, ma di tutti). Per non parlare dei modelli seminuovi che improvvisamente diventavano obsoleti (secondo loro) grazie al restyling di un paio di particolari dopo poco che avevi preso il top di gamma... E poi l'europa, con i vincoli assurdi eurox ha ammazzato il mercato dell'usato (ma le nostre auto al di là del canale di Sicilia o del Mediterraneo continuano a circolare e ad inquinare) e noi cozxxioni ad andarci dietro. Ma ci sarebbe tanto altro da dire...
Il vecchio adagio dice "chi è causa del suo mal non pianga se stesso". E invece mi pare che qui proprio i colpevoli stanno accusando la gente che non compra nuove auto, di creare lo stallo del settore... ma non è che forse la gente non ha più soldi, e che forse in passato è stata costretta a spenderne troppi?
- lele
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Re: Auto & concessionari



ALFAMANIACO N° 22
1980: Alfa Romeo Spider 2.0 128 cv
2011: Alfa Romeo 159 sw 2.0 136 cv jtdm
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