Pasquale ha scritto:Per quanto riguarda la distruzione del capitale tecnico/umano/industriale dell'Alfa Romeo senza ombra di dubbio io do piu' colpe alla Fiat.
Condivido su Fiat, pero' ti garantisco che i nostri sindacati e i nostri ecologisti hanno sicuramente dato un'importante contributo. Mio padre ha lavorato 40 anni in Alfa e ricordo bene le sue arrabbiature per ladri colti in flaranza reintegrati, gli assenteisti che rendevano impossibile gestire una produzione (magari gente che aveva un'attivita' parallela da svolgere durante le lunghe malattie), i delinquenti di ogni genere ma parenti o amici del tale politico (e mi riferisco alle maestranze tralasciando volutamente gli alti livelli), i picchetti che obbligavano chi non aderiva allo sciopero di turno ad entrare fra gli insulti e gli sputi, i dirigenti investiti da auto "pirata" o picchiati solo per avere svolto seriamente il proprio lavoro.
Ricordo che mio padre nel primo periodo fiat mi disse testualmente "finalmente un po' di organizzazione e meritocrazia dopo 30 anni che mangio m....a", ma purtroppo ricordo contestualmente i nostri ipocriti ecologisti che organizzavano assurde manifestazioni con fiori e quant'altro contestando i solventi usati per la verniciatura.
Odio la fiat e tutto quello che la coinvolge da sempre, ma sul tema Arese purtroppo avendola vissuta dal vivo sono convinto che se ognuno avesse fatto il proprio dovere in Alfa non sarebbe neanche entrata, anche perche' se l'azienda fosse stata sana non sarebbe stato necessario cederla; poi possiamo parlare di Pomigliano, Pratola Serra e tutto quello che le gestioni clientelari hanno creato.
Se ci pensi e' la storia di tutte le realta' appartenute all' IRI che riuscivano ad accumulare perdite mostruose pur occupando mercati in cui avvano addurittura il monopolio, potremmo fare lo stesso esempio con la RAI ma e' superfluo.
Mi dispiace ma ho assistito a diversi sciperi all'estero e ti garantisco che la civiltà che hanno in altri paesi noi non possiamo neanche immaginarla.
Ovviamente e' la mia opinione che non vuole offendere nessuno ma cerca di essere obbiettiva.