giomartello ha scritto:
La cosa che invece non mi convince molto è risolvere il problema con degli spessori - come dice Giuse gli originali sono in alluminio - , che risolverebbero il problema di assetto a vettura ferma, ma penso che due molle con un carico differente potrebbero dare qualche problema di guidabilità.
Hai centrato il punto Giò. Uno spessore varia il solo precarico della molla (ossia la forza resa dalla molla in condizioni statiche) a parità di quota di assetto, oppure (ragionamento simmetrico) varia la quota di assetto a parità di forza. Tutto questo senza toccare null'altro, e permettendo di "simmetrizzare" le quote anche in corrispondenza di disparità statiche di forza (come avviene con il guidatore in vettura).
Variando invece i parametri costruttivi della molla (ossia cambiandone diametro del filo, materiale o numero di spire) se ne varia la rigidezza, ossia di quanto essa cede a parità di forza, oppure quanta forza rende a parità di cedimento. Questo avrebbe enormi conseguenze sul piano della guidabilità, visto che la vettura avrebbe un comportamento disomogeneo nelle sterzate a destra e sinistra. Ciò (per fare un inciso tecnico) è sfruttato positivamente nelle vetture che corrono sugli ovali americani, dove sono adottate studiate asimmetrie nell'assetto visto che gli "appoggi" sono tutti in un senso.
giuse55 ha scritto:Intanto ti ringrazio per la tua gentilezza. Poi mi trovi anche daccordo sull'usura delle molle. Ma quale è il limite di usura e come determinare? Io credo che il metodo corretto(non a nostra disposizione) sia verificare le specifiche della molla. Ovvero per una molla tipo quella in argomento , applicare un carico stabilito (circa 600Kg)e misurare l'accorciamento in maniera precisa. Però Alfa Romeo stabiliva altri parametri. Questi parametri erano determinati dall'assetto. In pratica la sostituzione delle molle era stabilita quando nessuno degli spessori disponibili riusciva a ripristinarlo. Un'altra cosa riguardo alle molle che non è molto attinente all'argomento. Il padre di un mio caro mico correva negli anni 60 con un GTA. Mi ha detto che in alcuni percorsi di montagna molto guidati dietro lasciavano le molle morbide di serie. Pare andasse meglio.

Innanzitutto Giuse ti ringrazio per le tue discussioni tecniche, che sono sempre stimolanti e degne del massimo interesse.
Mi permetto solo di fare un appunto. La Casa stabilisce la sostituzione delle molle in quella maniera perchè la molla stessa durante l'esercizio "cede" a seguito di piccole deformazioni plastiche (definite tecnicamente di "creep") derivanti dall'applicazione continuativa nel tempo di un carico, anche se esso è di valore sotto al massimo sopportabile dalla molla. Cerco di spiegarmi meglio. E' un po' quello che succede immaginando di tenere una candela di cera appoggiata in orizzontale tra due sostegni: piano piano essa si "ingobbisce", anche se il carico dovuto al suo peso non è sufficiente a romperla, e lo fa non in maniera "elastica" ma "plastica", visto che essa resta piegata anche togliendola dai supporti.
Applicando alla molla un carico stabilito e misurandone il cedimento ne misureremmo la cosiddetta "costante elastica", quindi la deformabilità. Ne troveremmo però che essa non è cambiata, visto che non è cambiato il numero di spire, nè il diametro del filo della molla, nè il suo materiale (e quindi il suo modulo elastico), quindi saremmo portati a non sostituirla anche se essa non riscontra più le specifiche della casa a livello di quota d'assetto resa una volta montata in vettura.
Le ipotesi quindi sono due: o sostituire la molla una volta "ceduta" di una certa lunghezza, oppure continuare ad usarla senza paura (essendo tali componenti normalmente dimensionati a "vita infinita a fatica") ma usando uno spessore superiore a quanto disponibile a catalogo.
Per quanto riguarda le molle della GTA, la faccenda ha un'origine teorica interessante: ammorbidendo le molle di un asse (senza toccare la barra antirollio) si riduce l'entità del trasferimento di carico sulla ruota esterna dell'asse in questione, sollecitandola di meno. Questo, fatto sull'asse posteriore come da te puntualizzato, dà alla vettura un comportamento maggiormente sottosterzante (visto che le ruote anteriori raggiungeranno prima il limite fisico di aderenza rispetto alle condizioni precedenti, dovendo tollerare una maggiore quota del trasferimento di carico sull'esterno), comportamento che suppongo possa essere maggiormente redditizio sul guidato, dove la bella potenza e gli pneumatici piuttosto stretti della GTA potevano rendere la vettura troppo incline al sovrasterzo.