Ricordo bene quell'Aprilia, e ricordo bene i tanti particolari che ne facevano una vettura veramente geniale in tante cose (la tendina posteriore col comando a cordicella azionabile dal posto guida, il retrotreno indipendente, o le persianine comandate termostaticamente sul radiatore), anche se forse un po' "cervellotica" in altre.Spiderfrek ha scritto:Purtroppo la storia ha punito i grandi costruttori per portare avanti gli standardizzatori, così è stato in molti campi è successo in francia a citroen con PSA insomma purtroppo si deve fatturare, lancia fatturava a rimessa, seguii un restauro di una bellissima Aprilia, che un amico di questo forum, il giovane Luca, vide, e se vi dicessi che il meccanismo di apertura dei cofanini motore era composto da 70 e passa particolari, capite come Lancia sia fallita.
La storia ha punito in pratica tutti i costruttori che hanno tentato di porre sul mercato vetture "di serie" più sofisticate della media, dalla Lancia, all'Ansaldo, alla stessa Alfa Romeo, e insieme a loro tanti altri. La motivazione è molto semplice: con la democratizzazione dell'automobile da bene di estremo lusso a necessità assoluta, va da sè che per mantenersi sul mercato sia necessario sacrificare qualcosa. Mi stupisco anzi di come negli anni '60 l'Alfa di Luraghi fatturava in positivo: pensando però a Luraghi, è facile comprendere che si trattava di un personaggio che con tutta probabilità ha rappresentato a tutti gli effetti la "santità" manageriale, oltretutto calato in un periodo nel quale il sistema Italia tirava (o pareva tirare) non poco. Non si può sapere cosa sarebbe successo se un indirizzo aziendale "illuminato" come quello di Luraghi fosse stato mantenuto fino ai nostri giorni: il mercato è fatto, oltre da chi vende, anche (e soprattutto) da chi compra, e l'evoluzione della società, della politica, dell'automobile stessa che ha avuto luogo in quel lasso di tempo avrebbe potuto forse uccidere anche il "gigante" più sano, qualora questo avesse mantenuto la sua via senza curarsi dei cambiamenti del suo contesto.
Mi sento però di quotare anche l'affermazione di Giovanni per cui Fiat ha avuto/ha un modo di fare automobili completamente diverso (non per questo migliore/peggiore) da quello che l'Alfa ha avuto nella sua storia, non fosse altro perchè si tratta, per metterla in termini molto in voga oggi, di un "brand" con una "missione" completamente diversa.
Nonostante tutto, però, pare proprio che ai tempi di Ghidella le cose stessero prendendo una piega tale da poter andare diversamente (invito tutti a leggere attentamente l'intervista all'Ing. Iacoponi sul progetto ES30 dell'ultimo Automobilismo d'Epoca), ma Ghidella se ne è andato troppo presto.