Carlo ha scritto:Vedo che non sono l unico ad aver notato certi dati.
Tratto da Internet
L'unico lato positivo delle crisi epocali resta sempre lo stesso, crollano i bluff epocali.
Marchionne aveva annunciato 50mila Cinquecento come target di vendita nel mercato Usa per l'anno in corso, peccato che ad oggi si sia vicini forse alle novemila
La crisi non c'entra, a meno che qualcuno sostenga che gli uffici studi e marketing del Top Manager alcuni mesi fa non fossero in grado di stimare con professionalità scenari e dati macroeconomici del mercato in questione. No, il problema viene da lontano, e tutti i manager e addetti ai lavori lo sanno: vendere auto significa progettarle bene, pianificando per anni con scienza e borselllino, e poi organizzare e mantenere robuste reti distributive. Il resto e' chiacchera.
I comportamenti degli operai di Mirafiori o Pomigliano, le diatribe socio psico cultu con i sindacati italiani (sempre attenti ai falsi problemi) per quanto interessino le nostre cronache pilotate, sono
purtroppo abbastanza irrilevanti sui mercati globali. Senza management di qualita', pianificazioni serie e azionisti in grado di investire, le auto non si vendono ed i profitti non si fanno.
Invece la responsabile di mercato Usa della Fiat, tal dr.sa Soave, una che evidentemente non si scompone, continua a parlare come nulla fosse, come fosse una Lapo qualunque, di grandi eventi per lanciare la cinquecento, ultimo uno a Times square a New York. Peccato che il suo Capo la smentisca, di fatto. Marchionne ammette che la rete vendita Usa non e' pronta secondo i tempi previsti.
Come Bankomat da tempo si sforza di spiegare, solo negli ultimi tempi seguito da ben più autorevoli giornalisti e commentatori quali Massimo Mucchetti, il mito Marchionne va sfatato. L'uomo ha tappato con destrezza finanziaria i buchi di una Fiat a fine corsa e organizzato una callida ritirata strategica
dei suoi azionisti dalle responsabilità del mercato auto in Italia. Ma il tutto condito con supponenza pseudoculturale che mal si addicono a chi , in fondo, non pare un grande intellettuale. Ne' un grande manager dell'auto.
Trovate il tutto sul Sole 24 ore di oggi, o forse anche altrove, per la verita' un po' camuffato in un articolo che parte dal declino borsistico del titolo fiat e che parla come al solito di crisi dei mercati tentando così di diluire nello scenario macro le specifiche responsabilità del gruppo dirigente Fiat.
Poi, se leggete bene, almeno sul Sole scoprite anche una durissima dichiarazione del Partner indiano Ratan Tata, un industriale vero, che si lecca le ferite della joint venture con Fiat in India. E vuole rivedere i patti relativi perché fino ad ora ha solo condiviso perdite, a fronte di previsioni di volumi sbagliate.
L'Illustrato Fiat con la testata La Stampa, a differenza del Sole, non cita le gravi dichiarazioni di Tata, diciamo non proprio l'ultimo venuto sulla scena industriale mondiale...Ma pazienza. Il grave e' che a Torino sono ancora convinti di essere grandi industriali ed esperti di automobili e di aver fatto un favore ed un gesto di nobile grazia a consentire al Signor Ratan Tata di essere socio.
Se può servire, quoto in toto. E sottolineo!!!
In questo momento in borsa ci sono dei gran movimenti ma sono tutti speculazione pura. Il problema è che si instaura un circolo vizioso tra speculazione pura e produzione reale, per cui se il titolo perde in borsa poi alla lunga può risentirne anche una produzione ottima e ben piantata. I giornali? in genere creano casino, non ce n'è uno che sia veramente libero da condizionamenti, e condizionano in maniera determinante il popolo bue. Magari in certi casi lo fanno con le migliori intenzioni, fatto sta che non si rendono conto che la penna fa più morti della spada.
CI sono comunque tanti pregiudizi nei confronti di certe marche, nel bene e nel male. Nel caso specifico della Fiat mi è bastato toccar con mano e mettere a confronto i prodotti suoi e della concorrenza per stabilire che almeno da una decina d'anni tutto quel che si dice contro la qualità di Fiat è solo maldicenza e ignoranza. O per lo meno i difetti di Fiat non sono superiori a quelli degli altri, anzi. Anche la VW per certe cose fa delle macchine scandalose. Che si rompono. Che costano tanto di manutenzione. Che non durano come si vorrebbe far credere più delle Fiat. Senza contare il piacere di guida: tra la 156 e la golf 4 che ho, non ho dubbi, la 156 è moooolto meglio. Idem la 166, l'avete mai provata e confrontata rispetto ad una A6?
Ma la qualità non è tutto. Secondo me i problemi di fiat oggi sono dovuti a errori madornali in passato (es. vendere il common rail alla Bosch o alla qualità scadente delle auto anni'80-'90), presenti e futuri.
Come si fa a cercare di vendere in America un'auto come la 500? Macchina ottima di qualità, telaio, motore, consumi, ma troppo piccola anche solo per due. Quattro persone europee fanno fatica a salirci dentro, figuriamoci 4 nordamericani... Mi vien da ridere per non piangere se penso quando avevo appena preso la patente quando si usciva con una compagnia in cui c'era anche un ragazzo americano: si viaggiava su una fiat uno ed era talmente alto e grosso che gli sembrava di soffocare dentro quella scatoletta, e apriva il finestrino e si teneva mezzo fuori...
Come si fa a cercar di vendere in europa degli scassoni americani? giusto delle supercar tipo le corvette, o qualche pickup imbottito di ormone della crescita per qualche tipo originale, ma per il resto ci vanno bene le nostre europee... oltretutto in america costerebbero un terzo (un 2000cc lì costa come da noi un'utilitaria 1200).
Come si fa a farsi dar lezioni dalla Tata? E' una macchina oscena, brutta, scadente, la versione pickup non sta in strada, si rompe, chi ce l'ha non vede l'ora di rivenderla a qualche pollo.
Oltretutto abbiamo come testimonial uno che viene trovato a letto con dei trans pur avendo all'epoca una fidanzata super gnocca, e l'altro rampollo tutto impomatato giacca e cravatta che cerca penosamente di portare avanti l'immagine giovane della Fiat mettendosi la maglietta dei giocatori di calcio: come mettere il frac ad uno spaventapasseri, al contrario.
Se dovessi incontrare un Agnelli giustamente questo mi potrebbe dire di farmi gli affari miei, che l'azienda è loro e non mia. Così come L'Alfa Romeo, di cui possono fare quello che vogliono... Piano: Fiat da sempre ha ricevuto soldi statali, cioè anche miei e prima dei miei genitori e nonni, quindi gli Agnelli NON sono la Fiat, anzi, la Fiat è italiana nel senso che è patrimonio di tutti gli italiani proprio perchè l'hanno finanziata direttamente. Io se fossi lo stato italiano chiederei indietro i soldi nel momento in cui mi si prospetta l'ipotesi di delocalizzare in Polonia o in Bulgaria. E impedirei di usare un acronimo che vuol dire "fabbrica ITALIANA automobili TORINO".
Il prodotto c'è, almeno quello made in Italy, bisogna che MArchionne rompa meno le scatole con ste vertenze sindacali italiane, in generale abbassi di un bel po' i prezzi anche in ITalia, anche a costo di rimetterci qualcosa, e soprattutto si affianchi (che si dimetta è pura utopia) un manager veramente appassionato di belle auto come lo è stato Vittorio Ghidella. Bene puntare sui mercati emergenti, ma bisogna studiare un prodotto ad hoc. Si può fare anche la concorrenza ai cinesi o agli indiani con la qualità e la robustezza: si partirebbe da un buon punto di partenza visto che lì circolano ancora fiat di 40 o 50 anni come auto da tutti i giorni, e quindi la percezione fiat è ancora ottima.