Parlando con una persona conosciuta e molto competente, ho saputo che la cara fiat non solo non produrrà la bella 4C ma... vuole costruire una Pandalfa!! E munita del motore Twin air.... È la fine di ogni speranza?!
Ditemi voi.....
denny75t ha scritto:.... È la fine di ogni speranza?!
Ditemi voi.....
no denny, è proprio la fine di tutto non solo della speranza
Con 166 e 156 avevano creato un bel giocattolo, specialmete con i V6, e mantenevano ancora qualcosa di Alfa al loro interno. Dopo queste ultime non vi è stato nemmeno più il motore Alfa.
D'altra parte Alfa Romeo come piace a me è morta nel 1986, continuerò ad acquistare Alfa Romeo anche odierne, la giulietta mi piace parecchio, pur sapendo che di quel marchio che portano proprio non hanno nemmeno vagamente un'ascendente.
Alfa è passione Alfa Romeo, capolavori in movimento
Tessera C.A.M no 1
Il problema di resistere ad una tentazione, è che potresti non avere una seconda chance VIVAS ET RELINQUAS VIVERE
denny75t ha scritto:.... È la fine di ogni speranza?!
Ditemi voi.....
no denny, è proprio la fine di tutto non solo della speranza
1750 berlina prima serie del 1969, il Giuiello!!!
1750 GTV seconda serie del 1971, il Giuiellino!!!
Ferrari 328 gts del 1986
Vespa 160 GS del 1964
Vespa 125 primavera del 1972
BMW K75 del 1986
"Io bene come in macchina non sto in nessun posto".(Bruno Cortona, il Sorpasso)
Batalf ha scritto:
D'altra parte Alfa Romeo come piace a me è morta nel 1986, continuerò ad acquistare Alfa Romeo anche odierne, la giulietta mi piace parecchio, pur sapendo che di quel marchio che portano proprio non hanno nemmeno vagamente un'ascendente.
Eh si,la vera Alfa Romeo è morta con l'acquisizione da parte della FIAT,che comunque,dopo le infelici 155,145 e 146,aveva prodotto due validissimi modelli quali la 156 e la 147.Poi di nuovo la parabola discendente specie con i modelli attualmente a listino.
Quest'anno sicuramente sostituirò la GT e,ahimè,nel mio garage rimaranno solo due Alfa Romeo:quelle autentiche purosangue.
Sono d'accordo con Giacomo, 147, 156 e 166
erano belle macchine ed il successo
commerciale ha confermato questa affermazione.
Io ho avuto due 156 V6 e le ricomprerei,
ho una 166 V6 ed è un ottimo prodotto,
159 pur essendo un'ottima auto ha sofferto
un posizionamento di prezzo sbagliato.
Negli ultimi due anni è stata una parabola
discendente, mito prima e giulietta poi,
non hanno colpito nel segno.
La fiat si e' ributtata a capofitto nell'Alfa stile 155, con aggiunta di una gamma ridotta ormai al lumicino, ma chi vuol prendere in giro, ma voi ci credete ancora?
- Alfa 75 3.0 6V AMERICA '87
- Alfa 75 3.0 V6 AMERICA '90 : Progetto Milano
- Alfa Spider IV 1.6 '90
- Alfa 75 TWIN SPARK '91
Come già avevo in mente da tempo.. quando venderò .. per vari motivi la mia cara 75 Twin Spark (non si può tenere tutto purtroppo ) Penso che per ridurre i gravosi sacrifici che faccio fare alla mia amata 33, cercherò una 156 2.5 V6, possibilmente delle prime serie.. Si vedrà.. comunque é davvero deprimente quel che succede..
la 156 v6 è un ottimo prodotto, io ne ho avuta una, ed è insieme alla 166 che guido attualmente, una delle migliori alfa romeo dell'era fiat che abbia avuto.
meglio della gta.
Batalf ha scritto:me l'hanno detto in tanti questo Jacopo, meglio il 2.5 che il 3.2 ... sinceramente presto o tardi un 3.2 me lo accatto
non che il 3.2 sia un cattivo motore anzi!
ma non è così diverso dal 2.5. i 60cv in più si sentono certamente ma non è una cosa così evidente. poi il 2.5 ha quella zona intorno ai 4000 giri quando cambia "voce".
la prossima volta che ci vediamo ti faccio provare la 166, ti stupirai del cambio automatico
A 102 anni si ha tutto il diritto di riposare sugli allori. Invece, il marchio Alfa Romeo non smette di navigare in acque agitate. I suoi tifosi lo tengono sotto osservazione e qualunque evento lo riguardi è oggetto di discussioni infinite. Ciò dimostra, se vogliamo, quanto esso sia nel cuore di tanti automobilisti, ma anche quanto sia difficile gestirlo, sia per chi ne detiene la proprietà, sia per chi lo sostiene con la propria passione. L'ultima querelle riguarda l'uscita di tre sodalizi (Alfa Romeo Owners Club Alfissima, Alfa Romeo Club Milano e Registro Italiano Giulia) dal Riar, il Registro Italiano Alfa Romeo, fondato nel 1962, che ha sede ad Arese, nella palazzina dell'ex Centro Direzionale. Motivo dell'"epurazione" una lettera inviata il 25 ottobre da otto club (tra cui, ovviamente, i tre citati) al presidente del Riar, Stefano d'Amico. In quella lettera i soci contestavano al registro due cose: la qualità e i costi dei servizi offerti e, soprattutto, il suo presunto allineamento con la posizione della Fiat circa il museo di Arese. In una lettera ai club affiliati, D'Amico ha respinto le accuse, precisando che "…il museo è di proprietà dell'Alfa Romeo-Fiat Group Automobiles, unico a poter decidere come e quando restaurarlo e renderlo fruibile con buona pace di club e appassionati."
La tutela del Ministero
Per capire come si è arrivati a tanto, si deve fare un passo indietro, al 7 febbraio del 2011, quando il gruppo Fiat chiude il museo di Arese. Ufficialmente per eseguire lavori di manutenzione, ma è facile interpretare la decisione come reazione al vincolo di tutela posto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che di fatto ne impedisce lo spostamento e lo smembramento. Il vincolo, in fondo, è una onorificenza: riconosce il valore della collezione nell'ambito della sua sede storica. Ma è, appunto, un vincolo, perché impedisce alla Casa torinese, per esempio, di trasferire la collezione a Torino o di alienarla anche solo in parte.
Il ricorso del gruppo Fiat
Il 5 aprile 2011 lo Studio Legale Sanino di Roma deposita al Tar della Lombardia un ricorso di Fiat Group e di Fiat Partecipazioni indirizzato al ministero stesso, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, al Comune di Arese, al Comune di Rho e al presidente della Giunta della Regione Lombardia. Nel ricorso, che ha come oggetto anche l'Archivio Storico, l'officina e il Centro Documentazione di Automobilismo Storico, è scritto tra l'altro: "Viene descritta una realtà non corrispondente a quella in essere, nel senso che non sono presenti nel museo spazi destinati all'attività di servizio al pubblico quali accoglienza, merchandising, caffetteria, guardaroba, biglietteria eccetera". Vi si legge inoltre: "Il vincolo è assolutamente sproporzionato in quanto ricomprende beni immobili assolutamente anonimi che vengono ingiustamente sottratti alla disponibilità del proprietario. (…) Sono stati sottoposti a vincolo anche beni (automobili e altri pezzi) in misura superiore al 60% la cui risalenza è ben inferiore ai cinquant'anni. (…) Molte autovetture componenti la collezione sono beni chiaramente privi del carattere di rarità. (…) Sono stati considerati esemplari unici (le due "159" di F.1, ndr) vetture del tutto identiche nella loro conformazione originaria, la cui differenziazione deriva solo dalla normale esigenza di adattare le autovetture ai diversi circuiti o alla personalizzazione richiesta dal pilota". Spiegazioni e precisazioni che hanno fatto infuriare gli appassionati. "Ma come" essi dicono, "Peugeot, Mercedes- Benz, Audi, Porsche, Volkswagen e BMW costruiscono musei sempre più spettacolari e l'Alfa Romeo, che ha scritto pagine gloriose nella storia dell'automobilismo sportivo, non mette in mostra il suo patrimonio?" Difficile dargli torto, anche perché il museo c'è già, progettato e costruito a questo scopo; e soprattutto c'è un patrimonio di 245 automobili, di cui 130 esposte.
Arese, un'area da "liberare"
Il guaio è che l'edificio, inaugurato il 18 dicembre 1976, è compreso in un'immensa area di grande valore commerciale, quella dell'ex fabbrica di Arese, che deve trasformarsi in un'operazione immobiliare degna di Paperon de' Paperoni. Val la pena ricordare che la Fiat si è spesso dimostrata più abile nelle speculazioni edilizie che nella produzione di automobili. La tecnica era, ed è, la seguente: si acquista un marchio, si chiude l'attività industriale dello stabilimento e si destina l'area all'edilizia civile. La Lancia di Chivasso, l'Autobianchi di Desio, l'Innocenti di Lambrate sono solo alcuni esempi, i più eclatanti, di questa politica. Ora che lo stesso destino tocca all'area industriale di Arese (900.000 metri quadrati), è abbastanza seccante per la Fiat che qualche appassionato si agiti in difesa del museo, su cui converrebbe invece stendere il velo dell'oblio.
Una sede per i tre marchi
Il Riar sostiene la linea di condotta della Fiat, ma va capito: non è facile criticare i propri benefattori (Torino contribuisce alla gestione del registro). Perciò, nessuno si sorprenda se il presidente d'Amico, nella risposta ai club contestatori, tenta una difesa d'ufficio delle decisioni di Fiat. Sorprende piuttosto che il Riar arrivi a intimorire i dissidenti, fino a cacciarli, forte del potere di certificare le vetture dei soci (art. 60 del Codice della Strada) al pari dell'Asi e dei registri Fiat e Lancia. Peccato, le divisioni non aiutano. Proprio in queste occasioni, invece, i club dovrebbero dimostrarsi coesi nel loro obiettivo. Che, a nostro parere, non è la difesa a oltranza dell'attuale sede della collezione, bensì la realizzazione di un grande museo che riunisca le vetture storiche dei tre grandi marchi italiani. Bisogna infatti accettare la realtà: Arese è obsoleto, inadeguato all'importanza del marchio e alla funzione che dovrebbe svolgere. Basterebbe che la Fiat confermasse il progetto di un nuovo polo museale per placare le polemiche. Ma finché scrive che le monoposto "159" non sono pezzi unici o che il 60 per cento dei pezzi non può essere sottoposto a vincoli perché ha un'età "ben inferiore ai 50 anni", continuerà solo a suscitare sospetti e ad alimentare polemiche tra i club, che poi si beccano tra loro come i polli di Renzo.
1750 berlina prima serie del 1969, il Giuiello!!!
1750 GTV seconda serie del 1971, il Giuiellino!!!
Ferrari 328 gts del 1986
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sarebbe molto interessante ed istruttivo riportare anche l'altra parte dell'articolo, dove si parla delle operazioni immobiliari di fiat del tipo: compera l'azienda, svuotala, vendi gli immobili ed incamera l'utile. Cose e temi da film, ma che purtroppo esistono e malauguratamente per noi Alfisti lo stiamo toccando con mano.
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Il problema di resistere ad una tentazione, è che potresti non avere una seconda chance VIVAS ET RELINQUAS VIVERE
Batalf ha scritto:sarebbe molto interessante ed istruttivo riportare anche l'altra parte dell'articolo, dove si parla delle operazioni immobiliari di fiat del tipo: compera l'azienda, svuotala, vendi gli immobili ed incamera l'utile. Cose e temi da film, ma che purtroppo esistono e malauguratamente per noi Alfisti lo stiamo toccando con mano.
Vero.
Ne accennano anche in questo articolo, sulla rivista pero' e' tutto dettagliato con tanto di foto degli stabilimenti dismessi.
1750 berlina prima serie del 1969, il Giuiello!!!
1750 GTV seconda serie del 1971, il Giuiellino!!!
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dismessi e venduti in operazioni immobiliari. Pensa l'utile che si sono fatti con Alfa Romeo in Italia e a livello internazionale. Etica e moralità, due parole sconosciute ...
Alfa è passione Alfa Romeo, capolavori in movimento
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Il problema di resistere ad una tentazione, è che potresti non avere una seconda chance VIVAS ET RELINQUAS VIVERE
Batalf ha scritto:dismessi e venduti in operazioni immobiliari. Pensa l'utile che si sono fatti con Alfa Romeo in Italia e a livello internazionale. Etica e moralità, due parole sconosciute ...
Ci sono gruppi, società e personaggi che hanno gestito il commercio di quelle zone, oggi sotto inchiesta giudiziaria... e basti questo per avere un'idea della distanza. caro Giacomo, dalle tue parole.
Non mi sorprendo per nulla, comunque: Fiat è americana, ormai, come i suoi soldi e vetture, e tutto ciò che è italiano deve essere "resettato".
Siamo fatti così, noi italiani: dobbiamo costantemente distruggere, eliminare ciò che è il passato, la tradizione, in fondo ci pesa, ci dà fastidio, ci fa sentire provinciali, là dove altri creano coesistenza tra storia passata e presente....
Batalf ha scritto:dismessi e venduti in operazioni immobiliari. Pensa l'utile che si sono fatti con Alfa Romeo in Italia e a livello internazionale. Etica e moralità, due parole sconosciute ...
Ci sono gruppi, società e personaggi che hanno gestito il commercio di quelle zone, oggi sotto inchiesta giudiziaria... e basti questo per avere un'idea della distanza, caro Giacomo, dalle tue parole.
infatti una persona si aspetterebbe un intervento in favore della società "malata" e traballante, invece accade il contrario. Forse la mia è una visione troppo "romantica" della questione, i numeri e le cifre invece indicano una via più favorevole, più veloce e più redditizia naturalmente per chi acquista.
Alfa è passione Alfa Romeo, capolavori in movimento
Tessera C.A.M no 1
Il problema di resistere ad una tentazione, è che potresti non avere una seconda chance VIVAS ET RELINQUAS VIVERE